La chiesa, cui faceva capo la Confraternita dei Disciplinanti (Battuti bianchi) è citata come “oratorio” nella relazione di visita del vescovo Scarampi del 1585. Intorno ad essa si estendeva il cimitero. La relazione dello “Stato dei beni e delle chiese della Diocesi di Asti”, del 1742, la descrive ad unica navata; con volta e coro, intonacata all’interno e nella facciata, con pavimento in mattoni e 6 finestre con vetrate alle pareti laterali.

Bisognosa di restauri, attualmente è edificio non più adibito al culto. Da ammirare all’interno il pregevole altare seicentesco con la raffigurazione del Santo.

Attualmente è stata concessa in comodato d’uso al Comune, con l’intento di farne un luogo di promozione culturale e sociale della Comunità.